sabato 7 novembre 2015

LO SPAZIO ESPOSITIVO

È oggetto di mercato e offerto un tanto a… Un tanto a manufatto o un tanto al metro. Gallerie, esposizioni, fiere, riviste, giornali, siti web, aste, servizi tv. Tutto ciò che può essere visto, ha un prezzo e la contropartita è la visibilità in una foto in posa con il promotore (o rappresentate tale) dell’evento stesso che, in virtù Di ciò aumenta, selfie dopo selfie la sua popolarità… e “quotazione”. Detesto le foto in posa, il chiasso, il “calpestio serrato” (mi sta venendo in mente Majakovskij) delle fiere, i “mi piace” collezionati come figurine. Detesto il frastuono e la schiavitù dei convenevoli. Per questo sono, resto e sarò per sempre un UNDERGROUND. Un sommerso che gode del silenzio, della conoscenza, del bisbiglio molecolare, dello studio che mi riconosce ignorante ogni giorno di più, dei contatti maturati a lungo e meditati. Così, di tanto in tanto stacco un rosone e lo porto fuori, in un luogo perché “L’artista che non si mostra è morto, non esiste” scrisse tempo fa Angela Vettese, e invece io ci sono! Liberamente.

domenica 26 luglio 2015

ROSSLYN

"quando le si chiede del suo fare artistico, Miriam risponde così:testimonio l'opera di chi ci ha preceduto e con infinito lavoro, imparo e m'illumino di conoscenza"
Rosslyn, la tendenza vegetativa di tutto il divenire verso una nuova maggiore perfezione.

sabato 17 gennaio 2015

MIRIAM RAVASIO relatrice KIWANIS

giovedì 15 gennaio 2015 Perché i Rosoni Miriam Ravasio ha affrontato la sua relazione con una disanima sui rosoni: origine del nome, rapporto e loro funzione con l’architettura gotica delle grandi cattedrali, simbologia. Il Rosone è un fiore di luce che sulle facciate esterne delle Notre Dame, le grandi cattedrali, si mostra chiuso, per aprirsi solo all’interno con alchimie ancora oggi sconosciute. La luce attraversa rosoni e vetrate senza scomporsi, i loro colori restano inalterati nel tempo; figli e creature di una conoscenza misterica che si apprendeva solo per iniziazione, da maestro ad allievo. Così fra rotazione delle sfere, i pianeti allora conosciuti, Pitagora, numero aureo, paralleli e matrici geografiche, Miriam ha introdotto il tema a lei più caro: nell’architettura e nelle arti del passato si esprimeva e si tramandava una conoscenza complessa, attraverso una simbologia ricca e creativa che, riconosceva all’artista il ruolo attivo del tramite. Oggi non più, dalla dicotomia dei saperi, umanistico e scientifico nasce un’arte avulsa da spiritualità e bellezza. L’artista privo del suo rapporto storico con il sapere rivolge la sua azione alla sociologia o alla sua emotività, parla di sé o organizza e provoca eventi audience, come le recenti mostre e installazioni ben dimostrano. Il dito medio installato davanti alla Borsa di Milano, il sex toy di Place de la Concorde e la mostra, appena chiusa, di Palazzo Cavour a Torino. Ma nella forma dei rosoni, il cerchio, Ravasio individua la possibilità di una congiunzione fra arte e scienza e lo argomenta citando le sperimentazioni sulla scala diatonica naturale, il canto dei monaci durante la realizzazione di un mandala, registrato e proiettato con le nuove tecniche cimatiche riproduce l’esatta forma geometrica del mandala. “Per questo, con garze e bende riproduco un cerchio di trasparenze leggere, su cui poi intervengo con disegno e colori ad olio. Piccoli rosoni dal diametro di un metro che fotografo nei boschi, lungo il fiume, fra le rocce e solo successivamente, dopo averlo trasferito dalle reti d’appoggio al plexiglass, lo espongo nelle mostre”. Circolare è il Pantheon che accoglie l’uomo nel suo bisogno di spiritualità, circolari sono i tempietti della Sapienza le cui colonne corrispondono alle scienze del sapere e della conoscenza. I suoi rosoni sono pop, vividi e colorati per smuovere in noi le emozioni primarie, sopite dalle concitazioni e dalla disattenzione di una vita frenetica e difficile. “Cosa siamo se non ci mettiamo in contatto con l’infanzia?” e ricordando che l’arte degli antichi si presentava agli uomini festante di colori, Ravasio conclude: ritorniamo all'origine del mito.