sabato 7 novembre 2015

LO SPAZIO ESPOSITIVO

È oggetto di mercato e offerto un tanto a… Un tanto a manufatto o un tanto al metro. Gallerie, esposizioni, fiere, riviste, giornali, siti web, aste, servizi tv. Tutto ciò che può essere visto, ha un prezzo e la contropartita è la visibilità in una foto in posa con il promotore (o rappresentate tale) dell’evento stesso che, in virtù Di ciò aumenta, selfie dopo selfie la sua popolarità… e “quotazione”. Detesto le foto in posa, il chiasso, il “calpestio serrato” (mi sta venendo in mente Majakovskij) delle fiere, i “mi piace” collezionati come figurine. Detesto il frastuono e la schiavitù dei convenevoli. Per questo sono, resto e sarò per sempre un UNDERGROUND. Un sommerso che gode del silenzio, della conoscenza, del bisbiglio molecolare, dello studio che mi riconosce ignorante ogni giorno di più, dei contatti maturati a lungo e meditati. Così, di tanto in tanto stacco un rosone e lo porto fuori, in un luogo perché “L’artista che non si mostra è morto, non esiste” scrisse tempo fa Angela Vettese, e invece io ci sono! Liberamente.