giovedì 1 ottobre 2009

CENTO PER CENTO, recensione al libro di Sacha Naspini


"Io sono il più grande. L’ho detto prima di sapere di esserlo". Cassius Clay, un mito.
Dino Carrisi invece è un cuore sul muro, un “cento per cento”; perché nella vita grama degli ultimi delle fasce ultime “il trucco era questo: sostituire il buco della fame con un male più grosso […] e a volte viene giù anche un pezzo di calcina”.
La storia ha il ritmo di un incontro da campionato e i colpi sono tutti per il lettore. Decisi, inaspettati fin dalle prime righe: “Mi avevate detto che non avreste portato donne in casa mia”.
Un pugile che sia un pugile vede la vita come un ring e l’intervista che Carrisi concede al giovane e ambizioso giornalista, conta più di un mondiale, attenzione e concentrazione sono al massimo!
Virtuoso e istrionico come Cassius Clay “il più grande” è l’autore, Sacha Naspini, che saltellando agile calibra il tratteggio di un personaggio amabile, integro e dolce. Un Sansone che fa una vita da cani, consapevole e attento a controllare la sua invulnerabilità, quel calcagno che fa capolino fra i capelli. “Come mi capitava a tiro uno specchio mi piazzavo lì davanti, di spalle, tiravo fuori il mio e mi guardavo la pelata […] mi piaceva piacere e piacermi”. Pause di vanità, brevi come il risciacquo delle ferite fra una ripresa e l’altra, per poi scattare in piedi ancora con più forza, cogliere nell’altro (un sé riflesso) la paura, l’esitazione e chiudere la sfida prima dell’abbandono ultimo alla fisica naturale del corpo. E alzare il pugno al limite del branco.
“Scegli me amore mio” .
Il Dino imprigionato, privato dalla forza e dalla fama, non è parente della figura tragica dipinta da Annibale Carracci: un colosso di carne cieca, piegato afflitto e senza volontà. No, il nostro Sansone saluta il mondo e chiude nei pugni gli attimi che solo lui conosce, vive d’intimità che allena con la complicità del tempo: “Ognuno di noi ha il cuore della stessa grandezza del proprio pugno”. Il suo è grande, un cento per cento d’amore, che il lettore scoprirà sotto una gragnola di pugni. “Un godimento della madonna”, credetemi.

Miriam Ravasio

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