giovedì 12 novembre 2009

L'UOMO NON STA FERMO


La prima vera mostra dopo “Gli occhi e il cuore”, una personale di soli disegni esposti alla galleria La Nassa a Lecco nel 2000.
Da allora, ho riformulato la mia espressività in un nuovo codice, un felice incontro con la pittura; quella vera, materica, sensuale e vivida come un concerto rock.(vedi: L’impulso ribelle diventa un grido). Un intervallo di tappa, necessario come la sosta del viandante che dubbioso osserva i ponti: su quale il Presente transiterà verso l’Avvenire?
L’Uomo non sta fermo (opere dal 2003 al 2009) è un tema che non pone domande a cui nessuno saprebbe rispondere, al contrario offre azioni che, seppur mosse in un ambito ristretto, sono, come potrebbero esserlo per ognuno di noi, universali. Potenza della rete e delle nuove dimensioni comunicative: Circe of hands, è il titolo che apre il ciclo delle formelle polimateriche. Cerchi di mani, cerchi danzanti con capienze immense e aperte allo spazio, che l’accelerazione dei tempi, riduce in particelle infinitesimali. Polveri lievi che scendono a coprire ogni superficie, contaminandone i tessuti e creandone di nuovi. E’ il Fato contemporaneo che promuove i contatti e feconda le inclinazioni; insondabile perché immenso, presente e ineludibile perché nella rete viviamo, con partecipazione ed emozioni, il nostro presente. “È il modo di esprimersi dell’umanità, che si rinnova totalmente, è il pensiero umano che depone una forma e ne riveste un’altra, è il completo e definitivo cambiamento di pelle di quel serpente simbolico, che, da Adamo in poi, rappresenta l’intelligenza” Sono parole di Victor Hugo sull’invenzione della stampa che sostituì nel cuore degli uomini, il primo e importante alfabeto: l’architettura, quel codice di forme durature a cui per millenni fu affidato l’umano pensiero.
Archi, capitelli, facciate, assetti urbani, agglomerati e prospettive sono i soggetti dei disegni, quadri e formelle.
L’agire dell’uomo, nel tempo compreso fra l’ideogramma di Lascaux, l’Omino incerto che con la sua presenza chiude il trionfo animale, e il Trash People, Omoni di spazzatura, dell’artista berlinese Ha Schult, installati in giro per il mondo. In un percorso che comprende tele, tavolette polimateriche, in rilievo e dipinte ad olio, grandi “gessi” monocromatici e l’installazione di una scultura dallo spessore minimo “proprio come noi: donne e uomini del nostro tempo”.

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