lunedì 11 ottobre 2010

LEGAMI D'AMORE, recensione a cura di Miriam Ravasio


“Dal fiume al mare. Dalla melma al sale.”
Il titolo da soap non inganna. Nel romanzo di Maria Rosa Nuvoletta c’è una guerra senza pace; spietata, talebana che azzera tempo, spazio, emozioni per gli “esseri” nati e compiuti nelle famiglie di camorra. Dove si agisce in funzione di un proprio convincimento di una propria convenienza e prospettiva, gerarchie per cui il Male è un Bene apparente. Uno stato di Natura riconosciuto e alimentato dal seme della violenza “che si era diffusa rimanendo intatta nel tempo e perfezionandosi. Come una religione.” Una condizione illiberale, prevaricante, malfattrice che muove allo sfondamento dello stato civile.
Vito e Barbara Cortese sono in fuga dal fango, quello dell’Arno che aveva sommerso la città e mangiata l’attività di famiglia e il fango di Napoli, che mese dopo mese li risucchiava dal macrocosmo di speranze e libertà, è il 1968. Cedere al diritto di governare se stessi, per riconoscerne uno comune e superiore, l’ordinamento di una famiglia di CA-MOR-RA. Le pagine scorrono a zoom , occhi che osservano questo “loro” mondo alla ricerca dell’appartenenza ad una famiglia che non vive legami d’amore ma di sistema. Quando la consapevolezza è riconosciuta, l’imperativo è la distinzione, essere diversi . “Come faccio a respirare, a guardare il mare, a sentire gli odori senza avvertirne il fetore, a mangiare senza provare disgusto, ad amare senza detestare …a sorridere senza lasciar scorrere il pianto? Come si riscatta tutto questo?”
Disconoscere, e l’autrice individua l’elemento di rottura in una corporeità negata; stretta e fredda come il sesso di Barbara, mite e sussurrata in Vito o muta come Sonia, l’orfana, aggiunta per amore. Personaggio chiave, che ricorda Sonja Rostov di Guerra e Pace, nella famiglia ma estranea; entrambe determinanti, presenti, attente, capaci e ricche dell’amore più grande: quello che si dona.
Lettura vivida, coinvolgente dove il tratteggio dell’ambiente camorristico-mafioso, narrato in libri, film e fiction, qui è solo un filo (un pretesto) per legare a catenella un’opera di cuore e coraggiosa, giorni di vita vera, che si svelano con empatia per sottolineare una parola comune di tre sillabe, di cui, forse abbiamo perso il senso: LI- BER-TA’.
“Era stato così, tenendosi forte a quella manina a cui chiedere e dare all’improvviso un grande coraggio, che aveva visto. Un mare marrone che puzzava di nafta e di carogne”.
Legami d'amore
Maria Rosa Nuvoletta
Fannucci Editore

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