domenica 16 agosto 2009

Shomèr ma mi-llailah? di Francesco Guccini. Contaminazioni








Shomèr ma mi-llailah?

La notte è quieta senza rumore, c'è solo il suono che fa il silenzio
e l'aria calda porta il sapore di stelle e assenzio.
Le dita sfiorano le pietre calme, calde di un sole memoria o mito,
il buio ha preso con sé le palme, sembra che il giorno non sia esistito.
lo, la vedetta, l'illuminato, guardiano eterno di non so cosa,
cerco innocente o perché ho peccato la luna ombrosa.
E aspetto immobile che si spanda l'onda di tuono che seguirà
al lampo secco di una domanda, la voce d'uomo che chiederà:

"Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah?
Shomèr ma mi-lell?
Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell?"

Sono da secoli, o da un momento fermo in un vuoto in cui tutto tace,
non so più dire da quanto sento angoscia o pace.
Coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare
che in un sussurro di voci o vento qualcuno venga per domandare.
E li avverto, radi come le dita, ma sento voci, sento un brusio
e sento d'essere l'infinita eco di Dio.
E dopo, innumeri come sabbia, ansiosa e anonima oscurità
ma voce sola di fede o rabbia, notturno grido che chiederà:

"Shomèr ma mi-llailah..."

"La notte, udite, sta per finire, ma il giorno ancora non è arrivato,
sembra che il tempo nel suo fluire resti inchiodato.
Ma io veglio sempre, perciò insistete, voi lo potete: ridomandate!
Tornate ancora se lo volete, non vi stancate!"
Cadranno i secoli, gli dei e le dee, cadranno torri, cadranno regni
e resteranno di uomini e idee, polvere e segni.
Ma ora capisco il mio non capire, che una risposta non ci sarà,
che la risposta sull'avvenire è in una voce che chiederà:

"Shomèr ma mi-llailah..."

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